La scienza e i suoi miti
La scienza e la tecnica hanno ucciso ogni mito. Spesso si sente ripetere questa frase, ma davvero la nostra civiltà può fare a meno dei miti?
Il Politecnico di Torino presenta
La scienza e la tecnica hanno ucciso ogni mito. Spesso si sente ripetere questa frase, ma davvero la nostra civiltà può fare a meno dei miti?
Che cos’hanno in comune letteratura e scienza? Come entra quest’ultima nelle storie che raccontiamo?
“Che cosa fanno gli scienziati quando lavorano?”. Esordisce così, con una domanda quasi banale, il filosofo Carlo Sini nella sua lezione al Festival.
Nell’immaginario di molte persone l’archeologia è legata alle eroiche scoperte in ambienti ostili, ai ritrovamenti di tombe o scheletri misteriosi, ai film di Hollywood e a libri di avventura.
Un'esperienza multimediale che racchiude in sé la volontà di creare le premesse per una nuova percezione del teatro di prosa.
"Lo slogan del Festival è 'Tecnologia è Umanità' - dice Peppino Ortoleva al pubblico del Festival - ma è difficile che quando si scrive della tecnica si riesca a far sentire la presenza reale dell'umanità. Nelle parole di Primo Levi questa umanità si sente, eccome!"
Negli ultimi anni gli studi sul cervello hanno fatto passi da gigante. Johann Rossi Mason e Maria Grazia Umiltà descrivono al pubblico del Festival rischi e opportunità della collaborazione tra tecnologia e neuroscienza, che porta ad applicare le conoscenze acquisite nell'ambito della robotica.
Il duplice obiettivo è sviluppare automi sempre più "umani" e aprire processi di potenziamento del nostro apparato cerebrale, per ottenere prestazioni migliori e avvicinare così l'essere umano alle capacità dei robot.
La storia delle riviste scientifiche italiane racconta di un lungo e produttivo dialogo tra cultura umanistica e cultura tecnico-scientifica.
Antonio Calabrò, Lorenzo Fiori, Vittorio Marchis e Alberto Saibene, moderati dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Serena Uccello, si confrontano sull'esperienza di pubblicazioni come "Comunità" di Olivetti, "Civiltà delle Macchine" di Finmeccanica e la "Rivista Pirelli".
Inizia dal commento del libro biblico della Genesi il percorso di Elena Loewenthal nelle suggestioni del testo sacro, non troppo diverse da quelle suscitate dal modo in cui la scienza usa il linguaggio per formulare le proprie ipo
Come insegnare la tecnologia ai vari livelli di istruzione? È sufficiente spiegare principi e metodi per progettare e realizzare specifiche tecniche o è opportuno fare un discorso più ampio?
Sandra Cortesi, Sebastiano Foti, Andrea Gavosto, Béla Kapossy e Fabrizio Manca si confrontano sull'importanza delle discipline STEM e sulla didattica del futuro, anche riguardo l'integrazione della tecnologia in ambito umanistico.