Il futuro della mobilità passa dallo sviluppo dei veicoli a guida autonoma: Marco Pavone fa il punto sugli interrogativi tecnici ed etici
Come cambierà la mobilità? Non ci saranno più strade nel futuro dove stiamo andando? L’ipotesi appare remota.
Più a rischio sembra invece uno strumento oggi fondamentale come il volante. Considerata la velocità nello sviluppo delle automobili con guida autonoma, in crescita costante dal 2008 a oggi, l'idea di eliminarlo dagli abitacoli non sembra irrealizzabile. Per ora questi veicoli si mimetizzano tra le auto normali soltanto nel traffico di San Francisco o nei laboratori di ingegneria della Silicon Valley, ma presto potrebbero diffondersi ovunque.
Su questo tema il pubblico del Festival riceve la lezione dell’ingegnere Marco Pavone, torinese di nascita, ma attivo professionalmente negli Stati Uniti. Nella sua carriera ha già ricevuto, dalle mani dell’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il premio PECASE - Presidential Early Career Award for Scientists and Engineers, il più importante riconoscimento assegnato dal governo americano a scienziati e ingegneri - per il suo lavoro sui “robot spaziali”, progettati per viaggi su Marte, realizzato in collaborazione con la Nasa.
Pavone si occupa anche di veicoli a guida autonoma e parla dello stato attuale del loro sviluppo e sulle prospettive future. La tecnologia è sempre più sofisticata, con algoritmi decisionali veloci e precisi. Questo non dà garanzie sul successo commerciale, si pensi al Segway dei primi anni 2000: mezzo molto sofisticato e considerato la nuova frontiera per i pedoni di tutto il mondo. Una bolla poi esplosa.
In modo accurato e accessibile anche a un pubblico non specializzato, Pavone descrive le caratteristiche della tecnologia che muove i motori dei veicoli a guida autonoma. “Questi ci pongono interrogativi tecnici, ma prima ancora etici” sottolinea Pavone. Perché se è vero che le auto senza conducente riducono i rischi legati agli incidenti, migliorando la vita del passeggero in termini di sicurezza ed efficienza, rischiano però di creare problemi nel rapporto con mezzi guidati da persone.
Per esempio, possono queste auto violare le regole del codice della strada, in un contesto dove la maggior parte dei conducenti umani non le rispetta? Cosa farà il veicolo autonomo, che in questo senso non è dotato di intelligenza e non può improvvisare, davanti a situazioni non previste, come un’auto che blocca la corsia o un bambino che di colpo attraversa la strada? Verrà sacrificato il trasporto pubblico, a danno delle persone che non possono permettersi veicoli autonomi? La discussione su questi temi non finisce qui, perché il futuro è già alle porte, “anche se – conclude Pavone – la rivoluzione sarà graduale, forse soltanto tra qualche decennio cambierà lo scenario sulle nostre strade”.
Nicola Teofilo (futura.news)