Il giornalista e sociologo bielorusso mette in guardia il pubblico del Festival dalle prospettive di una società sempre più automatizzata e interconnessa
“Dobbiamo ridurre il potere di Amazon, Google e Facebook, perché sono aziende funzionali al mantenimento dell’ordine neoliberale”, Evgenij Morozov mette in guardia la platea dell’Aula Magna del Politecnico: un eccessivo entusiasmo verso le nuove tecnologie “può essere pericoloso”. Il giornalista e sociologo bielorusso analizza le prospettive di una società sempre più automatizzata e interconnessa, che viaggia verso l’inesorabile “sovranità tecnologica”.
“Le istituzioni - in particolare lo Stato, sostiene Morozov - devono portare avanti nuove pratiche e costituire comunità differenti da quelle che ci chiedono continuamente Google e le altre multinazionali digitali. Le nuove tecnologie vanno regolamentare e modellate con l’ambiente sociale in cui viviamo”.
Per Morozov il pericolo è rappresentato dal potere che le grandi aziende esercitano nella vita degli individui: “Sono industrie private che permettono di personalizzare l’esperienza di acquisto del consumatore: è la realizzazione del sogno proibito del neoliberalismo. Finiremo in un mondo in cui Alexa potrà soddisfare ogni nostro desiderio, ogni nostra ansia quotidiana”. Il rischio è quello di finire “in una gabbia”.
Le problematiche del capitalismo digitale contemporaneo allora vanno affrontate con formule nuove e diverse rispetto al passato: “Non possiamo riproporre il modello sovietico – avverte il giornalista - Ha già fallito”. Come giornalista, Morozov guarda invece con interesse al concetto di pianificazione - “non è un’esclusiva marxista, viene dall’economia classica” - e alla cibernetica, che definisce “una scienza dell’organizzazione”.
La soluzione dei problemi che abbiamo rispetto alle nuove tecnologie è “discuterle in maniera critica per creare nuovi spazi di condivisione”.
“I nuovi mezzi digitali vanno sfruttati per avere strutture sociali differenti nel lungo periodo – conclude il giornalista - solo così potremo concentrarci sulle potenzialità di Internet ed evitare dipendenze pericolose da queste nuove piattaforme. Le tecnologie devono essere al servizio della comunità e della democrazia”.
Riccardo Pieroni (futura.news)
È disponibile la registrazione integrale dell'incontro.