Algoritmi e machine learning per affrontare la sfida dei dati, ma l’intelligenza artificiale non sostituirà le persone
Nel futuro i giornalisti saranno rimpiazzati da macchine? “Naturalmente no!”, rispondono in coro i relatori del panel “L’intelligenza Artificiale in redazione”, in chiusura del Festival della Tecnologia.
I giornalisti Marianna Bruschi e Fabio Chiusi, moderati dalla collega Anna Masera - Public Editor del quotidiano La Stampa e Direttrice delle testate del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino - hanno testimoniato come la tecnologia può migliorare il lavoro di redazione.
La fantascienza non entrerà nei giornali, non saranno dei robot a scrivere gli articoli, ma piuttosto interverranno automazioni e algoritmi a cambiare il modo in cui si producono e si diffondono le notizie.
In questo quadro, quale futuro attende il giornalismo? “Il machine learning – osserva Anna Masera – dovrebbe aiutarci nel nostro lavoro, sollevarci da tutte le mansioni noiose per darci il tempo di lavorare meglio, pensare meglio e analizzare di più i dati. È molto importante capirlo, perché gli editori tendono, invece, a usare l’intelligenza artificiale come alternativa all’assunzione. Invece il lavoro umano sarà sempre più utile in questo settore. C’è un futuro sempre più intelligente per il giornalismo, ma sono gli umani per primi a dover essere più intelligenti”.
Come saranno i giornalisti del futuro? Secondo Marianna Bruschi la chiave del mestiere rimane sempre la stessa: “Il giornalista del futuro dovrà avere curioso e avere ottime capacità di scrittura – dice Bruschi - e interessarsi di tutta la nuova tecnologia. Servirà essere capaci di fare un podcast, progettare, costruire una newsletter, tener presente il concetto di community, saper fare audience, relazionarsi con le persone che leggono, ascoltano o guardano un prodotto giornalistico. Il giornalista del futuro dovrà essere capace di analizzare una mole immensa di dati: in questo viene in nostro aiuto la tecnologia”.
La tenacia è indispensabile per affrontare il cambiamento: “Il giornalista del futuro non deve mollare, perché il futuro non sarà semplice - conclude Fabio Chiusi - Non deve mai pensare di avere la verità in tasca o che basti considerarsi professionista. È un mestiere che avrà un futuro migliore del presente, ma bisogna studiare tanto e conoscere le nuove tecnologie”.
Nicola Teofilo (futura.news)
La registrazione integrale dell'incontro