L'innovazione può giocare un ruolo importante per promuovere mezzi di produzione e sistemi di distribuzione del cibo all'insegna della sostenibilità
Nel futuro l’aumento della popolazione mondiale e delle disparità sociali potrebbe creare seri problemi nella distribuzione del cibo. Per evitare crisi alimentari di proporzioni incontenibili è necessario intervenire oggi con ricerche sul tema della sostenibilità. Questa sfida si può vincere grazie alla collaborazione tra scienze alimentari e approccio ingegneristico.
Al Festival ne parlano Nicola Perullo, docente di Design al Politecnico, Giorgia Spigno, docente di Scienze e tecnologie alimentari all’Università cattolica di Milano, e Paolo Corvo, docente di Dinamiche sociali all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
“Sostenibilità significa soprattutto ‘durevolezza’ del prodotto – sottolinea Perullo – in un’ottica generale di interconnessione tra i molteplici settori che ne consentono la realizzazione. Nell’ambito del food, la sostenibilità deve essere vista appunto in senso ‘olistico’, a partire dalla produzione delle materie prime, fino all’ottenimento del prodotto finito”.
La tecnologia influisce sempre di più sui progetti produttivi. Meal replacement, in visto meat, uso di cisteina per esaltare le proprietà organolettiche del vino: sono solo alcuni esempi della crescente tecnologizzazione della filiera alimentare.
“La catena di produzione e consumo del cibo è molto complessa e coinvolge tanti soggetti – spiega Corvo – Politica, aziende alimentari, società civile, movimenti di consumatori e singoli soggetti sono tutti attori di questi processi e sono tutti coinvolti sul piano individuale e sociopolitico. La tecnologia può intervenire anche nel rapporto tra produttore e consumatore, ma anche per risolvere problemi su larga scala, come per esempio combattere la fame nel mondo. La cosa difficile, in entrambi i casi, è mettere d’accordo tutti i soggetti”.
Un approccio spiccatamente ingegneristico, però, rischia di lasciare indietro e di perdere la matrice biologica che ne determina l’alta variabilità. La diversità nel campo dell’alimentazione è un valore fondamentale che va preservato, come fa notare Spigno: “Tramite l’applicazione delle tecnologie in campo alimentare si possono studiare i processi con cui trasformare e conservare alimenti, secondo un approccio altamente multidisciplinare. Tuttavia oltre agli input, è importante considerare gli output e la loro possibile gestione, per garantire una piena sostenibilità ambientale, economica e sociale”.