Bambini e adolescenti sono troppo occupati dagli schermi, ma possono anche trarne beneficio
Sandra Cortesi è sicura: “Dobbiamo iniziare a capire davvero come la tecnologia e il digitale impattano sulla vita degli adolescenti, perché sono loro la chiave della comunità del futuro”.
La direttrice del team di ricerca “Youth and Media” del Berkman Klein Center for Internet & Society dell’Università di Harvard, dove si occupa del rapporto delle nuove generazioni con i media e coordina la collaborazione tra il Berkman Klein Center e l'UNICEF, parla al Festival del rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie. Cortesi porta con sé i risultati di anni di ricerche e prova a chiarire quali sono le attitudini dei più giovani nell'era digitale: “Ho cominciato a studiare i giovani tra i dodici e i diciotto anni circa quattordici anni fa - racconta la ricercatrice - quando mi sono accorta che stava cambiando qualcosa nelle loro vite, che stavano cominciando a sperimentare la tecnologia” .
Cortesi ha studiato insieme ai suoi collaboratori un campione di adolescenti provenienti da tutto il mondo. “Il primo dato emerso dalle ricerche - dice - è che gli adolescenti di oggi sono incredibilmente occupati, anche oltre il peso di attività che sono in grado di sostenere” . Secondo i dati forniti dal team "Youth and Media", il 45% dei teenager di oggi afferma di essere costantemente online.
Tra gli impegni più gravosi per un adolescente di oggi, secondo Cortesi, c'è la gestione dei profili social: “Quando ho iniziato a studiare questa materia esisteva solo Facebook. Oggi invece ogni adolescente vive diverse piattaforme e su ognuna crea più di un account”.
Un tema attuale collegato agli studi del team di ricerca di Cortesi è quello del cyberbullismo. Un problema che deriva anche dalla sovraesposizione digitale e mediatica degli adolescenti: “Negli Stati Uniti, dal 2007, il 28% degli adolescenti ha affermato di essere stata vittima di bullismo online, mentre il 16% ha affermato di averlo praticato nei confronti di altri”, conclude la studiosa.
Cortesi però offre anche uno sguardo positivo sul digitale: “Può sviluppare la creatività, l’ingegno dei giovani, ma anche la loro socialità”. L’importante secondo lei è la formazione: “Bisogna far studiare la materie digitali anche a scuola, così da permettere ai giovani di avvicinarsi alla tecnologia nel modo giusto”.
Nadia Boffa (futura.news)
La registrazione integrale dell'incontro