Da Barcellona a Torino, Francesca Bria e Marco Pironti dialogano con Roberto Saracco e Marco Castelnuovo sui progetti di due città in dialogo per fare rete
Non una città tecnologica, ma una città in cui la tecnologia è il mezzo per risolvere i problemi e migliorare la qualità di vita delle persone. Questa è l'idea di "smart city" su cui si sono confrontati Francesca Bria, Direttrice del Dipartimento di Tecnologia e Innovazione digitale della municipalità di Barcellona, e Marco Pironti, Assessore all'Innovazione della Città di Torino. In dialogo con loro Roberto Saracco, fino al 2018 direttore della scuola di dottorato dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia, con la moderazione del direttore del Corriere Torino Marco Castelnuovo.
Francesca Bria ha raccontato il progetto Decode, un esempio di partecipazione democratica per l'innovazione e la gestione dei dati, a cui sta lavorando nel capoluogo catalano e di cui ha parlato pochi giorni fa in una rassegna a Torino. "Barcellona ha creato una smart city partendo dalla partecipazione di 400 mila cittadini – ha detto Bria - La sindaca Ada Colau mi ha chiesto di mettere tecnologie e dati al servizio delle persone, con l'obiettivo principale di risolvere i problemi della città con l'aiuto della tecnologia. Il 70% delle iniziative è stato frutto di proposte popolari".
Il cambio di paradigma riguarda la cultura organizzativa dell'amministrazione pubblica e la gestione dei dati, altrove spesso raccolti e poi venduti da aziende private: "Sono un bene pubblico. È un diritto dei cittadini e di nessun altro decidere cosa farne – ha sottolineato Bria - Per valorizzare modelli come il nostro ed esportarli bisogna puntare sull'open source e su protocolli trasparenti che mettano la crittografia avanzata a disposizione dei cittadini".
Torino considera Barcellona come un riferimento e le due città sono legate da un accordo. Le difficoltà torinesi ad imitare il modello catalano nascono dalla mancanza di una progettualità altrettanto chiara e di investimenti: "Le partnership con le nostre fondazioni bancarie e con le aziende sono il solo strumento che abbiamo - ammette l'assessore Pironti - agevolare chi ha competenze e risorse per fare innovazione è l'obiettivo che ci poniamo con “Torino city lab”: l'idea è un insieme di quartieri smart per attrarre chi fa innovazione per lavoro lì dove serve".
La strada verso il modello di Barcellona è lunga, forse impraticabile senza cambiamenti radicali: "La città in cui lavoro è molto avanzata a livello di infrastrutture, è il risultato di trent'anni di sviluppo e gestione razionale - racconta Bria - in Italia manca un piano di politica nazionale sull'idea di città, ma credo che l'Europa debba avere capacità di investimenti forti in questo settore. Invece troppo a lungo ha trascurato questo tema e perso sovranità tecnologica". Il primo passo verso "città intelligenti" devono però farlo cittadini "smart": "Solo grazie a loro si possono implementare i team digitali - ha concluso Francesca Bria - l'educazione all'utilizzo della tecnologia e un patto di cittadinanza sono fondamentali per fare sì che le città siano il motore della digitalizzazione".
Luca Parena (futura.news)
La registrazione integrale dell'incontro