In conclusione del Festival, si devono tirare le somme. L’ultimo incontro è un vero e proprio processo: tre giudici da una parte, accusa e difesa dall’altra, discutono pro e contro della tecnologia
In sottofondo un cuore che batte. Un timer sul maxischermo. Una voce fuoricampo annuncia: “Ha inizio il processo alla tecnologia, entri il tribunale”. Uno alla volta, vengono presentati i tre giudici d’eccellenza. Il primo ad entrare è il Presidente della Giuria: Massimo Inguscio - Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche - Poi entra il giudice a latere, Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino. Dopo di lui, il Rettore dell’Università degli Studi di Torino, Stefano Geuna. Sullo sfondo, i disegni nasuti del fumettista Joshua Held, l’artista di tribunale: una performance in diretta che viene man mano proiettata sullo schermo dell’Aula Magna.
Al banco della difesa c’è Gianmarco Montanari - Direttore Generale della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia. È invece Simona Morini - professoressa di Filosofia della Scienza all’Università IUAV di Venezia - a mettere sotto accusa la tecnologia. Il suo j’accuse sembra condivisibile: l’impeccabile oratoria della “avvocata” Morini fa vacillare i giurati. Il turno della difesa è altrettanto convincente e allora i tre giudici emettono la sentenza: la tecnologia è assolta.
Così la tecnologia è di nuovo libera. Libera di evolversi, di svilupparsi come meglio crede. A patto che l’uomo riesca a gestirla e utilizzarla per scopi benefici.
“È un’assoluzione che guarda con ottimismo verso il futuro” dichiara il Presidente della Giuria Inguscio. La soddisfazione è notevole. E adesso che la tecnologia è stata prosciolta da ogni accusa, cosa ne sarà del suo Festival? È il curatore della rassegna Juan Carlos De Martin a prendere la parola: “Questo Festival non finisce qui”. La prossima edizione del festival avrà luogo l’anno prossimo, a novembre 2020, ma con una forma diversa.
De Martin si ricollega all’esperienza decennale di Biennale Democrazia, che dal 2009 a Torino si pone l’obiettivo di diffondere la cultura delle istituzioni democratiche. “Ci è sembrato che potesse essere sostenibile proporre di affiancare a Biennale Democrazia un altro festival, Biennale Tecnologia – annuncia De Martin, chiamando sul palco l’Assessora alla Cultura Francesca Leon in rappresentanza del Comune e l’anima di Biennale Democrazia, il Presidente Gustavo Zagrebelsky e la Direttrice Angela La Rotella - Torino sarà così caratterizzata da un dialogo tra due grandi temi come la democrazia e la tecnologia”. E allora, come conclude il Rettore Guido Saracco, “Arrivederci Festival, ci vediamo l’anno prossimo”.
Chiara Manetti (futura.news)
È disponibile la registrazione integrale dell'incontro.