Luigi Cantamessa porta il pubblico del Festival in un viaggio collettivo dentro la storia d'Italia
“Il futuro di città importanti come Torino si lega al dialogo con le ferrovie. La memoria ferroviaria è una memoria del successo”. Lo dice il giornalista Luca Ferrua, che ha condotto l’incontro ospitato dal Castello del Valentino e dedicato al libro di Luigi Cantamessa Di uomini e ferro.
“Questo libro è un viaggio, ma non solitario. Il viaggio è condivisione: il treno, in particolare, è un mezzo di trasporto collettivo” ha raccontato Luigi Cantamessa, ingegnere ferroviario e Direttore della Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane. Il treno, però, non è solo un mezzo di trasporto ma anche uno scrigno di ricordi. Il suo fascino non conosce l’usura del tempo, né l’avanzare delle tecnologie. Con l’aiuto dell’Archivio della Fondazione Ferrovie dello Stato, Cantamessa lo racconta nel suo libro con un percorso attraverso i paesaggi del nostro Paese, che apre lo sguardo su un popolo in movimento per lavoro, per necessità, per diletto, per curiosità oppure per riunirsi con gli affetti più cari.
“La storia che ho scritto è l’esito di un lungo processo di catalogazione e digitalizzazione di tutti i documenti, che raccontano decine e decine di anni di storie di vita vissuta sui treni - ha commentato Cantamessa - Un testamento cartaceo ora messo in salvo e a disposizione delle generazioni future. Il suo obiettivo è tenere in vita la memoria dei mezzi che da 150 anni viaggiano sui binari della nostra penisola e che ancora oggi ci accompagnano nelle nostre giornate”.
Con la riscoperta degli archivi delle Ferrovie dello Stato è riemerso mezzo milione di fotografie che descrivono il cambio dello stile, dell’atteggiamento, del modo di vivere degli italiani dal 1946 a oggi. “Quello che io ho trovato al termine di questa ricerca – ha sottolineato Cantamessa - è un ibrido tra la storia dell’impresa e un immenso diario”. Ritrovate, riordinate e digitalizzate, le immagini tramandano la storia del treno come mezzo capace di entrare nella quotidianità degli italiani e modificarne le abitudini. “Fino agli anni ’70 la tecnologia in Italia portava il nome delle Ferrovie, questo bisogna ricordarlo. L’azienda fu la prima, negli anni ’20, a salutare le locomotive a carbone” ha proseguito Cantamessa.
La lunga storia delle Ferrovie dello Stato non nasce per caso: Di Uomini e Ferro ci ricorda che è stata la fatica dei ferrovieri e dei lavoratori che posavano i binari a far sì che oggi si possa spingere con strumentazioni elettroniche, in totale sicurezza, un treno a oltre 300 chilometri all’ora.
Francesca Sorrentino (futura.news)
La registrazione integrale dell'incontro