Affidarsi all’Intelligenza Artificiale? Alcune riflessioni tra tecnica, etica e diritto

L’Intelligenza Artificiale può migliorare il nostro mondo, sollevandoci da compiti gravosi e aiutandoci a prendere decisioni sempre più consapevoli e razionali. In alcuni casi, può decidere al posto nostro. Ma siamo sicuri di riuscire a creare “macchine morali”, capaci di agire in modo giusto? E come ci tutela, la legge, di fronte alle loro azioni?

Se l’Intelligenza Artificiale entra in classe

Qualcuno sostiene che l’Intelligenza Artificiale non potrà mai sostituire l’uomo nei lavori che richiedono ragionamenti complessi, empatia e creatività, come quello dell’insegnante. Altri ritengono che, presto, questa tecnologia ci sostituirà e ci ritroveremo con un docente personalizzato computerizzato, che monitorerà la nostra preparazione, ci somministrerà prove, compiti e testi da studiare. Tra questi estremi, ci sono gli esperimenti che si portano avanti in tutto il mondo, utilizzando l’IA per innovare la didattica e risolvere i problemi concreti della vita scolastica.

Il lavoro digitale che rende l’Intelligenza Artificiale (im)possibile

Secondo la vulgata dell'intelligenza artificiale, i processi automatici sostituiranno il lavoro umano. Ma la realtà è diversa. Siamo soprattutto noi utenti che immettiamo lavoro digitale gratuito, producendo dati che calibrano gli algoritmi. Ci sono poi i "microlavoratori", nuove figure dello sfruttamento globale che "addestrano" le macchine. Non sono dunque i robot che ci stanno sostituendo, ma dei "cottimisti del clic", nuove moltitudini proletarie del digitale. Incontro nell'ambito del ciclo “Mondo Macchina e Mondo vivente.