Grazie alla tecnologia la disabilità può diventare fonte di opportunità e di inclusione sociale

Ven, 8/11/2019 - 15:01

Circa un miliardo di persone nel mondo incontrano la disabilità: una persona su sette. Trasformare le barriere architettoniche in opportunità d’inclusione spetta all’uomo, e alla tecnologia. Di questo hanno parlato i relatori dell’incontro “Tecnologia e disabilità… un mondo di possibilità da immaginare”.

A moderare l'incontro è stato l’architetto Luca Paiardi, che lavora al Politecnico ed è esperto nella lotta alle barriere architettoniche. Hanno portato le proprie testimonianze di lavoro e di vita Luca Brecciaroli, coordinatore del progetto ReWalk, un esoscheletro robotico che consente alle persone con lesione al midollo spinale di tornare a muoversi, lo psicologo del lavoro Clemente De Lucia e Marta Cattaneo, laureanda all’Università degli Studi di Torino con una tesi su interazione social e disabilità.

“Oggi l’ascensore è l’emblema dell'accessibilità a 360 gradi - ha raccontato Consuelo Agnesi - Sono rimasta chiusa dentro una volta, e non sono riuscita a chiedere aiuto. Lasciavo spesso le persone fuori dalla mia porta di casa o dimenticavo l’acqua del lavandino aperta la notte”. Agnesi è un architetto, progettista e consulente in materia di accessibilità, ed è sorda. La tecnologia ha trasformato la sua difficoltà in opportunità.

Grazie al suo lavoro, Agnesi ha realizzato un dispositivo che riproduce gli allarmi visivi e rende vivibili gli spazi domestici. Ha collaborato a Matera a un progetto che va incontro a persone con disabilità: “Fra i sassi residence” è un albergo accessibile per tutti, con spazi dotati di sistemi di allarme e comunicazione diretta con la reception senza telefono, ma con messaggi e videochiamate.

“Esiste un problema, esisterà la soluzione. Siamo noi fautori della tecnologia” ha spiegato Clemente De Lucia, psicologo che si occupa di consulenza alle imprese nell’ambito di ricerca del personale a tutela della disabilità. L’obiettivo è sensibilizzare le imprese, incentivando l’abbattimento delle barriere architettoniche. Si tratta di programmi di sintesi vocale, ingranditori per ipovedenti, che permettono lo “smart work” svolto da casa.

Di tecnologia e disabilità ha parlato anche Luca Brecciaroli, coordinatore del progetto di training dell’esoscheletro “un passo avanti”. Nato per uso militare, questo apparecchio cibernetico è in grado di potenziare le capacità fisiche, come una sorta di “muscolatura artificiale”.  Viene applicato in ambito riabilitativo a persone con lesioni midollari. Partendo dal modello dell’esoscheletro ReWalk, Brecciaroli ha sviluppato un sistema di training non per acquisire l’autonomia nel camminare da soli, ma a fini riabilitativi per migliorare le condizioni fisiche degli utenti.

Le barriere possono essere abbattute anche con i social: “Estendiamo i nostri sensi attraverso la tecnologia, questo influenza i nostri rapporti e come il mondo ci vede” ha spiegato Marta Cattaneo, che studia le interazioni online delle persone disabili. “I social network – spiega Cattaneo - hanno dato autonomia ai soggetti che decidono di mostrarsi come preferiscono, la tecnologia è diventata il mezzo per rappresentare sé stessi”. E per raggiungere la piena inclusione.

 

Valeria Tuberosi (futura.news)