L’artista biellese, autore dell'opera “Terzo Paradiso”, invita a fare di più per uno sviluppo più sostenibile

Sab, 9/11/2019 - 21:35

“L’arte decide la nostra identità: chi la produce cerca sempre uno specchio, un qualcosa in cui rivedersi”. Michelangelo Pistoletto porta al Festival della Tecnologia la sua esperienza di scultore e artista alla costante ricerca di una dualità: “Ho sempre lavorato sulla mia immagine, su quello che sono”; racconta al pubblico che ha riempito l’ Aula Magna per sentire il suo intervento moderato dal professor Juan Carlos De Martin, delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione del Politecnico. 

L’artista originario di Biella parla mentre una carrellata delle sue principali opere viene proiettata nel maxischermo della sala. Tra esse il “Terzo Paradiso”, riproposto in varie combinazioni realizzate con materiali differenti e in luoghi diversi. “Per creare questa opera ho utilizzato il simbolo dell’infinito. È la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana”, spiega l’artista.

Si tratta dei una delle opere più importanti di Pistoletto, che richiama la concordanza perfetta tra simboli matematici e che trae dalla forza dell’insieme. “L’arte si produce in una continua connessione tra due elementi esistenti. La stessa relazione che si ha anche nel rapporto tra tecnologia e umanità”.

L'artista propone quindi un esempio: “Recentemente ho pubblicato un disegnino su Internet. L’ho chiamato “Ultimo mio ritratto”: sono due cerchietti che sembrano due obiettivi. Io sono il robot. Il robot sono io. L’ho realizzato per rappresentare me e realizzare le mie stesse funzioni”.

Ma la dualità si ritrova anche in altri rapporti, in altre interazioni, perché è presente nell’intera società. Per Pistoletto il tutto si riassume in una singola frase: “fare insieme per compiere un passo in avanti” anche andando al di là dell’espressione artistica. L’artista nel 2012 ha quindi fondato le ambasciate del Terzo Paradiso, un’iniziativa che vuole lavorare ad un progetto di rinascita in contrapposizione alla fine del mondo ipotizzata nel 2012 dal calendario Maya.

Prendendo spunto dai 17 obiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile, il progetto propone una nuova forma di democrazia: “dobbiamo creare una “demoprazia, ovvero una forma di democrazia pratica”. L’artista ha coniato questo termine mettendo in connessione “demos” (il popolo) e “prasis” (praticità). “La politica demopratica supera la democrazia, va oltre il potere del popolo e dalle ideologie che hanno evidentemente fallito” spiega Pistoletto “È arrivato il momento di ripartire dalle organizzazioni e dalle associazioni, che nella realtà e nella pratica sono una forma efficace di governo rappresentativo.

Riccardo Pieroni (futura.news)

È disponibile la registrazione integrale dell'incontro