La lezione di Ersilia Vaudo Scarpetta - astrofisica e Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) – sul “superamento della nostra zona di comfort” e degli stereotipi sul mondo femminile, che resistono anche nel campo dell’astronomia.

Ven, 8/11/2019 - 14:10

Lo spazio ci permette di uscire dalla nostra zona di comfort dettata dall’esperienza ed avere una nuova visione sul mondo”. A parlare è Ersilia Vaudo Scarpetta, astrofisica e Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea - ESA dove lavora dal 1991. Nella lezione dal titolo “Spazio e superpoteri”, la scienziata ha spiegato come “la conoscenza dello spazio negli anni abbia modificato i meccanismi di pensiero radicati dentro l’uomo e la sua percezione di sé stesso nel mondo” prendendo in esame alcuni momenti che hanno cambiato la visione dell’uomo sul mondo. Il primo è stato lo sbarco sulla Luna, di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario. “È stato un evento incredibile, seguito in diretta da un quinto dell’umanità, che finalmente ha potuto contemplare quella che era una nuova realtà” ha spiegato Scarpetta.

L’astrofisica si è focalizzata non tanto sull’allunaggio del 1969, quanto su ciò che è accaduto alcuni mesi prima, nella notte di Natale del 1968, quando la missione Apollo 8 sbarcò sulla Luna e William “Bill” Anders fece la foto che secondo Scarpetta “cambiò il mondo”. Anders fotografò la terra sospesa in una notte cosmica eterna, avvolta da un alone blu che si frappone tra il nostro pianeta e il vuoto.

E la lezione fu immediatamente chiara: “L’uomo è fragile, non conta nulla, ma è comunque riuscito a superarsi e ad arrivare fino a lì” ha sottolineato Scarpetta. Scarpetta ha poi parlato anche dei “superpoteri” che la conoscenza dello spazio ci fornisce:  “Se pensiamo a tutte le galassie che esistono nello spazio, ci accorgiamo che più guardiamo lontano, più vediamo indietro nel tempo. Quelle galassie infatti esistevano già milioni di anni fa. Guardando lo spazio dunque andiamo oltre il tempo presente”.

Nonostante la conoscenza dello spazio possa donare agli esseri umani capacità straordinarie, sono ancora poche le donne astronaute o che comunque si interessano a discipline come l’astrofisica. E questo è il secondo argomento che la scienziata ha trattato nella sua lezione. Scarpetta è membro dell’International Women’s Forum e di Women in Aerospace Europe e ha spiegato che il numero delle donne che fanno domanda per andare nello spazio è ancora molto basso, addirittura non è cambiato nel corso dei decenni. “Quando Claudie Haigneré, la prima donna europea ad andarenello spazio, ha effettuato il suo viaggio, negli anni ‘90, il numero di richieste da parte delle astronaute corrispondeva al 10% del totale. Lo stesso numero che si è registrato quando Samantha Cristoforetti è andata in orbita nel 2008”. Su 550 spedizioni nello spazio, solo 60 sono di donne.

Il problema, secondo Scarpetta, è principalmente quello degli stereotipi: “Si pensa che solo i figli maschi possano diventare ingegneri o occuparsi delle discipline STEM - ha spiegato Scarpetta - Bisogna cambiare la nostra formazione. Anche la NASA ora lo sta facendo. E l'ESA sta promuovendo molte attività per avvicinare le donne allo spazio”.

Nadia Boffa (futura.news)