Al Festival si parla anche del progetto "Belt and Road Initiative" del governo cinese

Sab, 9/11/2019 - 12:39

La Nuova Via della Seta, o Belt and Road Iniative, è il progetto strategico lanciato nel 2013 dalla Cina per il potenziamento dei collegamenti terrestri e marittimi tra i Paesi dell’Eurasia. Questa iniziativa non è solo simbolo di un’ambiziosa visione geopolitica e di una grande sfida infrastrutturale, ma anche l’opportunità di sperimentare e applicare su grande scala le più avanzate tecnologie che riguardano infrastrutture, comunicazione ed energia. Quali potenzialità e quali rischi propone questo nuovo percorso? Cosa fa l'Italia per partecipare a questa grande progettualità e trarne benefici economici?

Hanno cercato di rispondere gli ospiti dell'incontro ospitato dal Festival e organizzato dal China Center del Politecnico e dal comitato "La nuova via della seta".

Secondo Alberto Bradanini, già Ambasciatore d'Italia a Pechino e Console Generale d'Italia a Hong Kong: “Il successo dipenderà dall’efficienza dello Stato, attivando industria, economia, finanza e trasporti per partecipare con proposte e idee che abbiano un’influenza su questo progetto intercontinentale. L’Asia pesa per il 40% dell’economia mondiale, è la principale area di produzione, e quindi di consumo, dei prodotti. Per quanto riguarda il trasporto su mare la Cina pesa nell’interscambio con il nostro paese per il 2%. Se consideriamo invece nel complesso il trasporto extra-Ue, questa percentuale raddoppia. Oggi non decide le sorti della nostra economia ma dal punto di vista strategico lo farà a breve”.

Quale atteggiamento dobbiamo avere nei confronti della Cina? “Quattromila milioni di cinesi sono alfabetizzati digitalmente: un numero che metterebbe fuori mercato qualsiasi impresa italiana. Ma per i cinesi è una grande opportunità commercializzare i nostri prodotti sulle loro piattaforme digitali. Tuttavia, le istituzioni europee sono passive nei confronti dei mercati asiatici”, ha sottolineato Paolo Emilio Signorini, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale dal 2016.

Il nodo principale per favorire la cooperazione con i mercati asiatici resta, in ogni caso, il settore dei trasporti, come ha evidenziato Mario Virano, direttore Generale di TELT, la società che gestisce il tunnel della linea Torino-Lione: “Il rapporto tra tecnologia, infrastrutture e mobilità è spesso sottovalutato. La cantierizzazione delle infrastrutture è un attrattore di tecnologie e si coniuga con la necessità di innovare in molti altri settori come quello giuridico e ambientale, che sono un patrimonio di eccellenza spendibile anche nel mercato internazionale dove noi siamo portatori di competenze tutt’altro che disprezzabili”.

Secondo gli ospiti, le singole nazioni da sole non sono in grado di affrontare la sfida tecnologica. Per questo resta centrale il ruolo dell’Europa, punto di osservazione privilegiato dal punto di vista geopolitico e infrastrutturale. I nove corridoi ferroviari europei previsti entro il 2030 sono stati pensati come base materiale per lo sviluppo democratico della zona eurasiatica. “Via della seta significa sviluppare un rapporto con tutti quei paesi che geograficamente si trovano tra Italia e Cina. Territori che abbiamo invece ignorato. Collaborare con i cinesi nei paesi lungo la via della seta.”, ha aggiunto Virano.

Ma non si gioca tutto solo sul terreno economico. “Ci sono delle sfide identitarie molto importanti che si giocano attorno al ruolo delle città - ha concluso Luigi Lusuriello, Chief Digital Officier dell’Eni - La competizione mondiale tra queste ultime ruota intorno ai grandi agglomerati urbani in Asia, Africa e America che sono dei centri di sviluppo economico, ma non hanno una caratterizzazione identitaria forte, cosa che invece avviene in Europa. Le città europee hanno dei centri che ne caratterizzano immediatamente la storia e i valori. È questa caratteristica che ci permetterà di essere competitivi a livello mondiale”.

Riccardo Liguori (futura.news)

La registrazione integrale dell'incontro