Francesco Parisi dialoga con Peppino Ortoleva sul circolo virtuoso tra progresso tecnologico ed evoluzione umana

Dom, 10/11/2019 - 12:35

Tecnologia è umanità, recita il motto del Festival della Tecnologia 2019. Ma in cosa consiste il rapporto tra essere umano e tecnica? È questa la domanda che si sono posti nell’incontro che si è svolto al Circolo dei Lettori Peppino Ortoleva, saggista e teorico dei media, e Francesco Parisi, professore associato all’Università di Messina e autore del libro “La tecnologia che noi siamo”. La risposta non è semplice: “La problematicità nasce da come l’uomo si impossessa delle tecniche e da quanto la tecnica che l’uomo interiorizza lo modifica” ha detto Peppino Ortoleva. “La strumentalità è uno degli universali che definiscono l’uomo insieme al linguaggio. È un animale sprovvisto, ma non sprovveduto. Ha debolezze fisiche e istintuali, rispetto agli altri animali, che compensa con la tecnica. Ma sa adattarsi e sa improvvisare in base alla situazione”. L’unico vantaggio dell’uomo è la mano, che già Aristotele chiamava “Lo strumento degli strumenti – ha continuato Ortoleva – perché precede gli strumenti, ma dà forma alla strumentalità“.

Un errore comune è pensare che l’uomo e la tecnica siano due mondi separati tra loro. “Il libro che ho scritto prova a mettere in discussione tutto questo”, ha detto Francesco Parisi. “La tecnica è il medium che ci permette di dialogare con il mondo. I media non sono solo stampa, internet, radio o televisione, ma sono qualsiasi cosa stia nel mezzo tra uomo e l’ambiente o che ci permette di entrare in nuovi ambienti, come i social. I media sono estensioni del nostro corpo e funzionano quando noi non li sentiamo e spariscono, come succede con scarpe, occhiali e abiti”.

È per questo - secondo Ortoleva - che bisogna sviluppare una filosofia sociale della tecnica, uno degli aspetti fondamentali della società: “Invenzioni come la stampa non avrebbero presa se non riguardassero i rapporti tra esseri umani, la stampa media tra soggetti che scrivono e leggono”

“Il rapporto tra uomo e tecnica è un processo di internalizzazione ed esternalizzazione”, ha spiegato poi Parisi. La prima delle tecniche umane, il linguaggio, ha trasformato completamente il nostro mondo. Poi è arrivata la scrittura, che ha permesso al linguaggio di liberarsi della funzione della memorizzazione. Le informazioni sono ormai depositate sul supporto fisico e il linguaggio si può liberare per prestazioni di ordine superiore, come succede alla mano quando si sviluppano gli utensili”. Questo processo modifica il comportamento umano e crea le condizioni per nuove tecnologie “in una sorta di loop continuo di creazione e ritorno”, ha concluso Parisi: “Ciò che produciamo ci modifica e ci dà la possibilità di creare nuove cose che a loro volta ci modificheranno. Con l’uomo sapiens sapiens questo processo è diventato travolgente”.

Jacopo Tomatis (futura.news)

La registrazione integrale dell'incontro