Roberto Casati, filosofo delle scienze cognitive e direttore dell'Institut Nicod di Parigi, presenta un incontro sul modo in cui gli esseri umani si sono orientati sul pianeta Terra dagli albori fino al giorno d'oggi.

Per millenni gli esseri umani hanno trovato la strada in una natura che hanno cercato di rappresentare e misurare per rendere la navigazione sicura o meno casuale. Il nostro sistema di orientamento biologico si basa sulla disponibilità di indicazioni visive a distanza. Il GPS ha cambiato radicalmente la situazione: l'ambiente fisico è stato raddoppiato da una rimodulazione del campo elettromagnetico, un secondo mondo che è l'unico ad essere visto da sensori ormai disponibili in miliardi di dispositivi.

Questo vantaggio tecnologico comporta un indebolimento della nostra capacità nativa di orientamento e di navigazione. La mappa ci costringe a usare le nostre percezioni per confrontare lo strumento con l'ambiente circostante, mentre il GPS ci fa guardare solo lo schermo. Ma un ambiente che non osserviamo più è un ambiente che perdiamo.